Edificio “European Chemicals Bureau” – ISPRA

Concorso AppaltoAnno:  1994
Committente: Comunità Europea, JRC, Ispra
Oggetto: Concorso Appalto ad inviti per “Design and Construction of Buildings at the site of JRC ISPRA” Commission of European Communities
Capocommessa: Pessina Costruzioni SPA
Progettisti incaricati: Angelo Torricelli, Mariateresa Rampi, Marco Robecchi
Progettisti strutturali: Vitiello Cameron Taylor
Progettisti impianti meccanici: Gulbrandsen S.p.A
Progettisti impianti elettrici: Redi Electric S.p.A
Risparmio energetico e materiali alternativi: S. Croce
Dati: volume di progetto: 50’000 mc  – Per laboratori di ricerca, uffici amministrativi, sala per conferenze, archivi informatizzati

Bibliografia:
A. Torricelli, Eco Centre, Ispra, in “Costruire in laterizio”, luglio/agosto 1998, pp. 284-289.

Descrizione:
L’edificio dell’European Chemicals Bureau costituisce la conclusione di un viale alberato a cui il progetto Eco Centre affida il ruolo di asse strutturante l’insediamento. Il progetto prevede che questo viale si conformi, nell’ultimo tratto, come un “boschetto” diradantesi in prossimità della fronte principale dell’edificio stesso. Questa fronte appoggia sul viale trasversale, di collegamento tra gli assi verticali dell’Eco Centre, secondo un andamento planimetrico ad arco, che segna la linea d’imposta di un muro in pietra con tre ordini sovrapposti di finestroni in vetro. Il muro svolge una importante funzione di accumulatore di energia solare. Allo stesso tempo la sua forma obbedisce ad una precisa scelta figurativa: quella cioè di raccogliere il bontempelliano ammonimento a “edificare senza aggettivi, scrivere a pareti lisce”, per proporre l’immagine di una grande architettura la cui composizione si fonda sui valori plastici di autonomi volumi scarni e sulla sincerità dei materiali. Il paramento in pietra, i finestroni in vetro e alluminio, la pensilina in acciaio caratterizzano dunque la facciata d’ingresso all’edificio. Attraversata questa, un atrio quadrato illuminato dall’alto forma l’elemento di mediazione tra il grande muro affacciato a sud e l’edificio retrostante. Secondo la tradizione dell’architettura di palazzi e ville lombarde, questo edificio è fondato sul tipo della corte ad “u”, aperta verso il giardino retrostante. Proprio la corte, cioè lo spazio di relazione fondamentale, il “cuore” della casa, viene reinterpretata dal progetto per mezzo di una copertura che, attraverso una doppia serie di lucernari posti negli intervalli tra le travi in cemento, illumina la sala per le conferenze. Pertanto, proprio come una corte, la sala risulta essere avvolta dai corpi di fabbrica dell’edificio, le cui facciate in mattoni a vista, a tratti intervallate da campiture di intonaco, divengono anche le pareti che delimitano la sala stessa; su questa affacciano anche i corridoi di distribuzione, come matronei di antiche basiliche.